A cura della Dott.ssa Antonietta Mezzotero
Manager in Dieta Mediterranea, Green Economy e Sostenibilità Ambientale
Difficile non riconoscere i sintomi dei calcoli renali: bruciore, tracce di sangue nelle urine e, soprattutto, le dolorosissime coliche. Questa è una patologia sempre più diffusa: come si evince dai dati diffusi dall’Associazione Urologi Italiani (AURO) ogni anno si registrano 100 mila nuovi casi, soprattutto uomini di età superiore ai 30 anni (doppiamente colpiti rispetto alle donne). Osserva Pierpaolo Graziotti, presidente AURO: «I calcoli renali sono un disturbo invalidante: le coliche, quando l’organismo cerca di espellerli, sono dolorosissime. E possono ripresentarsi più volte, ma pochi si sottopongono ai controlli per valutarne la possibile presenza». Alla domanda: «Quali possono essere le cause che giustificherebbero questo aumento dei casi?» la risposta del Presidente Graziotti è stata: «Dieta e stile di vita scorretti».
I rischi derivanti da abitudini alimentari sbagliate
Il tutto viene confermato dai dati presentati al convegno organizzato dalla Divisione di Nefrologia dell’Ospedale Universitario Columbus-Gemelli di Roma: le cause più frequenti della deposizione, nelle vie urinarie, dei sali di calcio (responsabili della formazione dei calcoli), sono le abitudini alimentari sbagliate ed il sovrappeso. È facile, dunque, comprendere che la prevenzione passa dalla tavola, accompagnata da una ottimale idratazione: Bere molta acqua, soprattutto in estate quando si verifica una sensibile perdita di liquidi, riduce la probabilità che si formino i calcoli (e/o che aumentino di dimensione).
È consigliabile ridurre il consumo di sale, fruttosio e proteine animali
Aggiunge Giovanni Gambaro, coordinatore della Stone Clinic al Columbus: «Anche l’eccesso di sale, di fruttosio (da bibite dolcificate o frutta molto zuccherina come banane, uva o fichi) e di proteine animali contribuisce allo sviluppo dei calcoli. Occorre, perciò, limitare il consumo di cibi molto salati, di zuccheri e, soprattutto, di carne. Il regime alimentare che meglio si presta, a tal fine, è la Dieta Mediterranea, ricca di vegetali e cereali. Evitare latte e latticini può essere un errore, perché così facendo, si introduce poco calcio, con conseguente indebolimento dello scheletro. La dieta vegana che elimina tutti i cibi di origine animale, presenta qualche rischio: oltre a fornire poco calcio, abbondando di vegetali può apportare molto sale che, per essere “digerito” a livello intestinale, dovrebbe interagire proprio col calcio. Se il calcio non c’è, il sale viene assorbito liberamente nell’intestino e giunge, poi, al rene; la probabilità, dunque, che si formino i calcoli aumenta ».
Fonte: Corriere.it
Foto: Google – Ristorante Vicoletto
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